Da bambina pensavo che
– mi sarei sposata col mio compagno di banco Guido. E sarebbe stato per sempre.
– avrei avuto due figli, un maschio e una femmina, e li avrei chiamati Marco ( come il bambino protagonista di uno struggente cartone animato che parte da solo per l’Argentina alla ricerca della mamma) e Romina ( la mia vicina di casa bionda e boccolosa, accidenti a lei).
– avrei fatto la maestra, forse perché la maestra sapeva tutto, come la mamma, ma di più.
– volevo fuggire di casa per andare non so dove , bastava star lontana da mia sorella grande che mi mollava sberloni tutti i santi giorni.
– da grande avrei avuto tutte le risposte, come la maestra, e che niente avrebbe potuto spaventarmi .
– la signorina Rottermaier fosse una vera stronza, e piangevo guardando Remì, Candy Candy e anche Heidi, quando Clara torna a camminare.
– avrei avuto una casa grande, col giardino e il cane, oltre al marito e ai figli ovviamente.
-la barba di Babbo Natale pungesse come lana, e il suo naso assomigliasse sospettosamente a quello di mio zio Nino.
– per far nascere un bambino, mamma e papà dovessero strofinarsi nudi fino a quando gli spermini di papà, simili a girini, sarebbero usciti dal pisello ( termine piu’ edulcorato di pene) del papà per entrare nella pancia della mamma attraverso la patatina ( termine più edulcorato di vagina) dove avrebbero incontrato un uovo ( come quello di gallina ma molto molto più piccolo).
Questa la fantasiosa metafora dal titolo “ illustra il sesso al tuo bambino” ottenuta da un interessante connubio di spiegazioni materne a scolastiche.
La scoperta del reale sistema idraulico che porta al concepimento, dell’erezione maschile a dirla in breve , mi ha lasciata sgomenta, rivoluzionato il mio mondo di bambina di 10 anni. Mai avrei pensato che il pisello ( quel salsicciotto poco invitante usato da mio fratello per fare pipì e al quale mai mi sarei avvicinata), potesse cambiare forma e consistenza e introdursi dentro la, la..la vagina per andare a cercare un uovo, e lì appresso depositare il suo carico di impaziente vitalità. Insomma, io pensavo, nella mia tenera ingenuità infantile, che il prezioso carico venisse depositato all’ingresso del porticato e non a domicilio. Un po’ come i pesci che spruzzano le uova deposte delle pescie, insomma.
Scoprii che così non era per mezzo di mia sorella grande che sfogliando un libro di scienze ancora a me inaccessibile shignazzò alla sua amica “ sembra un appendiabiti”.
Ma come un appendiabiti??? Insomma, che c’entra l’appendiabiti? La risposta mi colse inaspettata come un’ondata di acqua gelida. Mi sentii come quando a sei anni mia sorella ( sempre quella) mi disse “ Certo che era zio Nino a portare i regali, Babbo Natale non esiste, stupida”.
Ma perché mai mi era stata nascosta una tale verità sui rapporti fra adulti? E la mitica maestra? Perché non me lo aveva detto? E la mamma e il papà quindi non si limitavano a strofinarsi nudi. Noooo, c’era di più , molto di più. E quali altre bugie, oltre ala sesso e a Babbo Natale, mi avevano raccontato?
Delusa dal sistema scolastico e dalla approssimativa e grossolana gestione familiare della mia educazione sessuale decisi che non volevo piu’ fare la maestra, né tantomeno mi sarei sposata: mai e poi mai avrei permesso a quel coso di sondare le mie intimità. Tu stai a casa tua, salsicciotto gommoso, che io sto nella mia. E quindi non avrei avuto figli . E nemmeno un cane. Tiè.
E forse anche la signorina Rottermaier non era poi così stronza: se era signorina, non si era sposata, forse proprio perché non voleva nemmeno lei quei cosi nel suo letto. Di colpo la signorina Rottermaier mi stette un poco più simpatica. E poi, alla fine, quando Clara muove i primi passi, si commuove e chiede pure scusa.
Con seconda media e l’incontro con Simon Le Bon cominciai a valutare un futuro diverso rispetto a quello monacale dei miei rivoluzionari 10 anni. In fondo, non mi sarebbe spiaciuto strofinarmi con lui e il solo pensiero mi faceva avvampare in pensieri notturni per me allora ancora inconfessabili. Ovviamente Simon mai nemmeno mi degnò di uno sguardo…Stronzo.
La mia scoperta del sesso ebbe luogo molti anni dopo, quando con nuova meraviglia scoprì che la pelle che ricopre il pene è mobile e grinzosa, come quella di certi cani pieni di pieghe.
E che non necessariamente il sesso si fa per avere bambini.
E che il preservativo è scomodo ma necessario.
E che forse la signorina Rottemaier era stronza perché non trombava.
E che da grandi non si hanno tutte le risposte.
Babbo Natale invece….Lo aspetto sempre.
Meli