Categoria: I post di Alex

Grazie Lapo!

Lapo Elkann ti ringraziamo a nome di tutti i cittadini italiani, e in particolare torinesi, per averci ricordato

– che i soldi non danno la felicità, ma soprattutto la furbizia.

– che è un bel problema quando ti piace il cazzo ma proprio non ti liberi del fascino delle tette.

– che noi persone normali, facendo le dovute proporzioni, il giorno che non avremo i soldi per un caffè, potremmo sempre fingere un rapimento.

– che Torino è cresciuta sotto l’ala protettrice di una grande famiglia di industriali ma che ora può camminare a buon diritto con le proprie gambe. E soprattutto a testa alta. Non ci serve più il loro “esempio”.

– che non basta essere figli, anzi nipoti, di grande persone per essere grandi persone.

– che quando sentiremo qualcuno dire “mi sono fatto da solo” magari sarà il caso di pensare che si è solo fatto di coca nel cesso di un bar.

– che ci va stile. Puoi portare l’orologio sul polsino, se sei Giovanni Agnelli. Puoi portare addirittura le mutande sui pantaloni, se sei Superman. Ma non puoi vestirti da coglione se sei un coglione.

– che per quanto potremmo fare figure di merda mondiali qualcuno ha comunque fatto di peggio.

– che oramai, fortunatamente, i beni della famiglia Agnelli sono per l’80% all’estero. E quindi grazie di essere venuti, ma soprattutto grazie per esservene andati.

Per tutto questo grazie di cuore. Ovviamente attendiamo fiduciosi nuove, mirabolanti, strepitose figure di merda. Almeno a livello galattico visto che quello planetario l’hai già raggiunto

Alex

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Grazie Lapo!

 

 

Testa di gatto. Riflessioni atipiche sul felino di casa.

Testa o culo? E’ esattamente il pensiero del gatto prima di saltarti in braccio per farsi coccolare. Se sceglie testa ti pianta in faccia il suo bel musetto. Ma se sceglie culo? Te lo trovi lì bello e preciso come la stella Polare, in una notte invernale, piantata nel centro del cielo. E se non ti fosse chiaro dove si trova, per indicarne la posizione precisa, esattamente sopra si staglia la coda ritta a forma di punto esclamativo. Come dicesse “E’ qui! E’ qui! E’ qui!”.

Ha lo scazzo alla risposta. Il cane lo chiami e viene. Il gatto lo chiami e verrà. Forse. Nel mentre si limita a prendere nota della chiamata.

E’ un rabdomante della palle. Le tue. Le individua da lontano, qualsiasi sia la tua posizione, e ottimizza il salto per atterrarti su un testicolo premendo fortemente con la zampetta artigliata.

Non c’è divano che gli sopravviva. Esiste comunque un modo per evitare che il gatto ti devasti il divano di pelle nuovo: devastarlo prima tu. Si ottengono buoni risultati passandoci una grattugia o sedendosi dopo aver indossato dei meravigliosi pantaloni di cartavetro (a grana grossa).

Non ci sono vie di mezzo nel prezzo di un gatto. O è gratis, e ne trovi cinque in uno scatolone di fianco al marciapiede, o è di razza e costa dai 1000 euro in su. Come se nel mondo delle automobili esistessero solo la Dacia Logan e la Bugatti Veyron.

Più è lungo il nome della razza più il gatto ha un aspetto particolare. Se all’interno del nome è contenuto uno stato americano rischia di avere un aspetto veramente improbabile. Per cui se vi vogliono vendere un White Cornish Terrier Egyptian Daiquiri Frozen del Wisconsin o un Birmano Bobtail British Turbo Naked 16V della Carolina del Sud conviene lasciar perdere. A meno che non siate interessati a gatti strabici, metà glabri e metà pelosissimi e con le orecchie flosce. E le corna.

E’ schizzinoso nel mangiare ma in modo mirato (e bastardo). Si affeziona a un tipo di pappa e la mangia come non ci fosse un domani, con la famelicità di Lapo Elkan mentre sniffa la linea di mezzeria delle statali piemontesi. Quando è sicuro che il proprietario ne abbia comprato una scorta pari al prodotto interno lordo della Svizzera non la tocca più. Anzi lo guarda schifato come a dire “cos’è ‘sta roba?”

Adora le dormite. Le sue. Le tue meno. Lui si alza di buon’ora (tipo le 5 a.m.) e svolge le sue attività mattutine con calma. E intanto si fanno quasi le 5:05. Da quel momento unica missione della sua vita è che il proprietario ti alzi dal letto. In una prima fase svolge quest’attività passivamente (almeno fino verso le 5:08-5:09) e poi passa all’azione. Vale tutto: salti, fusa, morsi, zampate, ciucciate, leccate e quant’altro gli venga in mente. Culo in faccia incluso. Quando il proprietario si alza lui torna a dormire.

Si tiene in forma correndo. E quale migliore momento per correre se non nel cuore della notte? Si alza, si stira e si configura in assetto da velocità: orecchie basse all’indietro tipo aereo con tecnologia stealth, vibrisse aderenti per una migliore aerodinamicità, occhi spalancati per illuminare il percorso, unghie estratte per non perdere aderenza e via. La traiettoria della corsa notturna ha due caratteristiche peculiari: attraversa più volte il letto del proprietario, il quale cerca di dormire invano, e per buona parte si svolge su pareti verticali. Data la velocità raggiunta dal felino non è possibile vederlo chiaramente. Si può solo percepire rumore di bufali al galoppo e scie chimiche di pelo che attraversano la stanza.

Se è felice fa le fusa. Se è felicissimo impasta conficcandoti le unghie nella pelle attraverso la maglia. Se è al settimo cielo corona il tutto perdendo qualche goccia di saliva. Preferibilmente su un indumento pulito. In pratica va meglio quando è un po’ girato di coglioni.

Caga. Non tanto. Tantissimo. Bisogna avere un gatto per capire quanto. Al punto che sorge lecito il dubbio: ma se un gatto di 5 chili caga quanto un uomo di 80, una tigre….che cazzo di lettiera deve avere?

Alex

Gatto mentre pianifica il percorso della corsa notturna

Gatto mentre pianifica il percorso della corsa notturna

Alcuni validi motivi per cui un maschio italiano dovrebbe vivere da solo prima di andare a convivere con una donna (almeno per un po’)

Chiariamo subito un punto: convenzionalmente si può dire che una persona vive da sola se il tempo che la separa da casa dei genitori è superiore al tempo necessario a cuocere una pasta. Non sono quindi da ritenersi affidabili dichiarazioni quali:

  • vivo da solo nella mansarda dei miei

  • vivo da solo sul pianerottolo di fronte ai miei

  • vivo da solo in camera mia

  • vivo da solo perché non dormo più nel letto coi miei

Chiarito il concetto veniamo ai motivi per un maschio italiano dovrebbe vivere da solo. Per capire che:
  • Sveglia e caffè non sono collegate.. Potrebbe accadere che vi svegliate e il caffè non è pronto. Strabiliante vero?.

  • Si può fare a meno delle camicie….se le dovete stirare voi.

  • il 70% della superficie terrestre è ricoperto da acqua. Il restante 30% da polvere. E tutta quella polvere ha come unico scopo quello di entrare in casa vostra sotto forma di organismo multistrato o balle di polvere.

  • “Ci sono affezionato perché le ho viste crescere” non è una buona scusa per non rimuovere le balle di polvere.

  • Tende e tendine non servono a un cazzo, ma abituatevi a fingere di trovarle utili nell’ottica di una futura convivenza con una donna che le troverà indispensabili.

  • Non si può vivere di scatolette e patatine fritte. Non tanto perché facciano male ma perché,  incredibilmente, dopo un po’ vengono a noia.

  • Il frigorifero non si autoriempie e fare una frittata mettendo tutto quello che avete dentro può essere una pessima idea: la lampadina del frigorifero è difficilmente digeribile e i tupperware di plastica si attaccano alla padella.

  • La corrente elettrica si paga e, tenetevi forte, le lampadine sono collegate alla corrente! Quindi vivere in configurazione Casinò di Las Vegas non è conveniente. D’altra parte le lampadine con potenza inferiore ai 3 watt mettono tristezza. Lo capisci quando le accendi e la luce non raggiunge i muri della stanza perché muore nel tragitto.E quell’atmosfera che si viene a creare, tipo Urlo di Munch, dopo un po’ rompe i coglioni.

  • Mutande e calzini non raggiungono in autonomia la lavatrice. Comprare 365 paia di mutande e 365 paia di calze è un ottimo workaround ma dura al più un anno.

  • Un lavandino pieno d’acqua non opera come una lavastoviglie. Non basta quindi metterci i piatti dentro e aspettare

  • La mamma mentiva: camminare a piedi nudi non fa ammalare e l’aria diretta del ventilatore non uccide sul colpo. Si possono percorrere centinaia di chilometri a piedi nudi e passare intere nottate estive col ventilatore puntato sulle palle senza che nulla di grave accada.

  • La mamma aveva ragione: lo yogurt scaduto non dà conseguenze mortali e le banane sono mangiabili anche quando sono nere.

  • La qualità dell’acqua del rubinetto dipende dall’ascensore. Se non ce l’avete, l’acqua del rubinetto diventa improvvisamente buonissima e con ottime proprietà organolettiche.

  • Si può vivere molto bene anche da soli. Così sostiene il mio psicoterapeuta, che tuttavia è dubbioso sul fatto che  Ugo e Dorotea, le balle di polvere che vivono sotto il mio comodino, mi diano il buongiorno.

Alex

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Esempio di ambiente illuminato con lampadine da 2 watt

Dimmi come la dai e ti dirò chi sei

La disinvolta: la dà via come non fosse sua.
L’australiana: la dà a boomerang. Ci tiene che le torni indietro.
L’americana: la dà a frisbie. Non le importa neanche che torni indietro.
La stronza: non la dà.
La veramente stronza: non la dà ma fa pensare di sì.
La razzista: la dà a tutti tranne che a te.
La moglie: te la dà, ma te la fa pagare cara.
La ex moglie: te l’ha data, ma la stai pagando ancora più cara.
La creatrice di confusione: te la darebbe, se solo fossi un altro.
La smemorata: “ma non te l’avevo già data?”.
La confusa: “ma veramente non eri tu?”.
La confusa 2: “ma veramente eri tu?”.
La generosa: la dà anche a te. Non solo, ma anche.
La ultragenerosa : te la dà con così tanto piacere che se fossi un altro te la darebbe lo stesso.
L’amica: te la darebbe ma ti vede come un amico.
L’amica stronza: te l’ha data un tempo, ma ora ti vede come un amico.
La rarità: te la dà ma non la vuoi.
La sfitta: la darebbe ma non interessa a nessuno.
L’instancabile: te la dà, te la dà e poi te la dà.
La biadesiva: la dà a lui e la dà anche a lei. Va sia a vela che a motore.
La lesbica: va solo a vela e non a motore.
La ragazza a tempo determinato: te la dà per un po’.
La co.co.pro: te la dà ma solo se hai un progetto su come utilizzarla.
La cattolica: uuuuuu come la darebbe se solo potesse.
La socialista: la dà a quelli che la aiutano ad occuparsene.
La comunista: la dà in gestione alla comunità e ne beneficiano tutti.
La capitalista: non la dà, la investe.
La berlusconiana: la dà dicendo di essere maggiorenne e vantando parentele illustri.
La vegetariana: la dà ma non alla pecorina.
La vegana: la dà ma non alla pecorina e purché il profilattico sia fatto di fibre vegetali e lubrificato con olio di palma.
La crowdfunding: la dà per avere sovvenzioni.
La crowdsourcing:la dà al web perché la sviluppi.
La open source: la dà a tutti quelli che la vogliono affinché la riutilizzino come meglio credono, basta che la citino. Possono anche modificarla e farsene una propria versione purché non sia a pagamento.

Alex

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Non è il caffè a far male…

Siete caffeinomani? Se non prendete il caffè dopo la sveglia, avete per tutto il giorno la faccia tipo mucca davanti a un’equazione? Sapete che troppo caffè fa male eppure ne berreste un litro per volta? Come fare? Cambiate modo di prenderlo: mettetevelo nel culo.
Ma certo! Non vi era mai venuto in mente? Solo perché non avete mai avuto l’ardire di andare su google e scrivere “clistere di caffè”. Fatelo, vi prego fatelo. Non metto link diretti per evitare polemiche…ma vi si aprirà un mondo. Scoprirete che il clistere di caffè ripulisce l’organismo in generale, il colon e soprattutto il fegato dalle tossine. Insomma è un must.
E siii, voi lo ignoravate ma un clistere fatto con un litro (badate bene un litro) di caffè migliora la qualità della vita; a patto che chiaramente sia preceduto da due o tre clisteri di tipo tradizionale. E ora sapete perché al bar vi danno il sorso d’acqua prima del caffè.
Scherzi a parte: è scientifico, è documentato, ed è un rimedio che le nostre nonne conoscevano benissimo. E già, perché noi siamo figli del consumismo e della tecnologia, ma pare che  ci sia stata un’epoca in cui non facevi in tempo a dire “ho mal di stomaco” che tua nonna metteva su la caffettiera.
Sì sì, proprio così.
Anzi diciamocela tutta: ve la ricordate la caffettiera enorme che c’era a casa della nonna.? Quella che non veniva usata mai, quella che ufficialmente era per il tiramisù….quella che era talmente grande che uno, da bambino, si chiedeva: “ma perché è così grande? Mica mi ci devo sedere sopra?”
E invece sì! Era la versione rapida.

– nonna non c’ho tempo per il clistere!
– Su non fare storie, giù i pantaloni e siediti sulla caffettiera! Cinque minuti di pazienza e viene su

Mi fermo qui. Mi conosco e so che degenererei. Ma mi restano molti dubbi:
Si possono usare direttamente le cialde?
Vanno bene sia quelle della Nespresso che della Lavazza?
Si può usare la grolla dell’amicizia per un clistere con gli amici?

Concludo con un suggerimento e una riflessione: se vi offrono un caffè, nel dubbio, prendetelo macchiato freddo. Brucia meno.
Infine: non è il caffè a fare male….al limite è la caffettiera.

Alex

clistere

Quello che le donne dicono. Otto frasi con cui uccidere un uomo e otto modi in cui gli uomini le vivono

Dobbiamo parlare. Frase apparentemente innocua che fa percepire a lui la stessa sensazione di quando cammina per strada e pesta qualcosa di morbido. Potrebbe essere un mucchietto di foglie, della carta appallottolata o un mazzo di primule. Eppure lui non hai il coraggio di guardare perché sai benissimo che si tratta di merda. Quando guarda giù si rende conto che il vero problema non è che la merda l’ha pestata, ma che c’è dentro fino al collo. E lei sta solo facendo le onde.

Non noti nulla? Lui si sente come Mel Gibson in Arma Letale 17. deve disinnescare la bomba, mancano 5 secondi all’esplosione e deve decidere che filo tagliare. Solo che la sua bomba ha 100 fili e sono tutti bianchi. E lei, non ancora paga, gli dà suggerimenti tipo “il filo bianco…taglia il filo bianco”, giusto così, per godersi l’agonia. Che lui risponda “hai cambiato pettinatura”, “questi Jeans nuovi ti stanno benissimo”, “le tendine nuove in cucina sono meravigliose” o “sei dimagrita” la bomba comunque esploderà.

Se non ci arrivi da solo è inutile che te lo dica.  Per il cervello maschile è un paradosso logico. Tipo “questa frase è falsa”. Se è vera allora è falsa, se è falsa allora è vera. L’unica risposta che può balenare nella testa di un uomo è “cosa?”. Risposta “Appunto”. Scacco matto.

Nel cassetto degli asciugamani” o “nel cassetto delle lenzuola”. E’ la frase che dice lei quando vuole vincere a tavolino. Basta che riesca a inserirla in qualche modo nel discorso e lui passa in posizione di svantaggio. Si basa sul “teorema dell’uomo ignaro” che recita: “Indipendentemente da quanto tempo vive nella stessa casa, nessun uomo sa dove cazzo si trovino asciugamani e lenzuola”. Incredibilmente vale anche per gli uomini che vivono da soli.

Fai pure come vuoi. Come quando leghi il cane ad un albero con una corda. Per quanto sia lunga la corda, il cane gira attorno all’albero sempre nello stesso senso, la corda si attorciglia e alla fine il cane si trova appiccicato all’albero. E ha fatto come ha voluto. Potrebbe girare anche al contrario…ma non ci arriva. E lei lo sa

Sono più giovane/magra/giovanile io o lei? Un uomo sarebbe più libero nella risposta se Kim Jong-un, dittatore della corea del Nord, gli chiedesse “Sono un uomo giusto?”

Se lo dici tu…Queste 4 parole,  pronunciate da una donna, hanno sulle dichiarazioni di un uomo lo stesso effetto che la parole facsimile hanno sul denaro: tolgono ogni valore. E ciò che lui ha detto diventa fuck-simile

Ricordi quando hai detto che….Non vale! Chiedere ad un uomo di ricordare cosa ha detto più di 24 ore fa è’ come chiedere a una donna di spiegare le regole del fuorigioco,  a Madre Teresa di fare un filtrino per le canne con un biglietto dell’autobus o ad Heidi di camminare per gli alpeggi col tacco 12 insieme alle caprette che fanno ciao. Impossibile. Il cervello maschile è impegnato a ricordare e capire altre cose: quali sono le regole del fuorigioco, come fare la S nel filtrino e come mai Heidi l’abbiano disegnata senza caviglie.

O anche a scrivere minchiate su un blog.

Alex

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Mel Gibson mentre guarda i 100 fili, tutti bianchi

Dal vangelo secondo Alex: la genesi. Ovvero: ecco perché all’uomo non manca una costola sola

E’ il settimo giorno. L’universo è stato creato. Ci sono le stelle, il cielo, il mare, i fiumi, gli alberi ed Equitalia. A quel punto Dio si siede per terra, plasma l’uomo con la polvere del suolo e gli da vita soffiandogli nelle narici. Un po’ come gonfiasse una bambola gonfiabile. Non è uno degli inizi più edificanti. Comunque Adamo, appena gonfiato, si guarda attorno e sicuramente si sente molto spaesato. Mentre è lì che pensa qualcosa tipo “basta bere la sera” e “dove cavolo ho parcheggiato la macchina?” si sente chiamare:

– Adamo!

– eeeeeeeee

– Son Dio. Il tuo Dio

– E grazie al cazzo…siamo in due….di chi altro potevi essere Dio?

– Adamo, modera il linguaggio! Come stai?

– Bene, mi sento solo un po’ gonfio.

– Eeee abbi pazienza. Senti ma ti piace il paradiso terrestre?

– Bah…si. Poi non è che abbia tutta quest’esperienza visto che mi hai creato 10 secondi fa. Comunque, forse, avrei fatto il cielo di un blu più intenso…’sto azzurro lo trovo un po’ slavato

– Ma fa pendant col mare! E poi senti, è da 7 giorni che mi sto ammazzando di lavoro, il cielo te lo tieni così

– E allora cosa me lo chiedi a fare se mi piace….

– Ma dimmi Adamo. Non senti la mancanza di qualcosa?

– No

– Di nulla o di nessuno?

– No

– Adamo, pensaci bene. Sei solo. Sarai solo ogni giorno e ogni notte per tutta la tua vita. Non pensi che ti annoierai? Non pensi che patirai la solitudine?

– E lo so mio Dio, capisco dove vuoi arrivare. In cuor mio sento che la vorrei e mi rendo nessun uomo può vivere senza, ma….

– Ma cosa? Adamo, pensaci: potrebbe tenerti compagnia, potrebbe parlarti, darti consigli, offrirti una visione diversa del mondo e della vita. E darti anche cose inaspettate

– E va beh, crea ‘sta cazzo di televisione, ma sappi che mi da profondamente fastidio l’idea di pagare il canone.

– Adamo, ma quale televisione! Parlavo della donna

– Ah. Ma boh…onestamente….non ci avevo pensato.

– Ma Adamo…ti ho anche creato con degli istinti sessuali!

– Sì, ma anche con le braccia abbastanza lunghe da arrivare al mio uccello da solo

– Dovevo fartele più corte

– Sì, ma visto che non mi cambi il colore cielo ora non è che puoi accorciarmi le braccia! A proposito posso chiederti una cosa? Ho una curiosità

– Dimmi Adamo

– Ma se svito l’uccello mi cade il culo?

– Adamo, ma come ti vengono in mente queste cavolate? Comunque senti, per essere onesto, sappi che la donna la devo creare per forza, che se no il ministero delle pari opportunità mi tira su un casino che manco te lo immagini. Allora dimmi come la vuoi ‘sta donna?

– Muta

– Adamo è vero che esisti da cinque minuti cinque. Ma non sei ancora riuscito a dire una cosa furba che sia una!

– Scusa Signore, ora mi impegno

– Allora come la vuoi? Vuoi una tipa pratica e razionale o un po’ sognatrice e artistoide? Vuoi che sia appassionata di musica e pittura? Di passeggiate nella natura? La vuoi che le piaccia il mare o la montagna? La vuoi che sappia cucinare bene? La vuoi solare e sempre sorridente? La vuoi passionale? Come la vuoi?

– Con le tette enormi

– Adamo io non ho parole! Basta, non ti chiedo più nulla e faccio da solo. Dammi una costola!

– Signore aspetta

– Che c’è ancora?

– Se te ne do due…mi crei anche la televisione?

Alex

genesi

Si tromba? Si scopa? Si fa sesso? Che si fa?

Quanti sinonimi esistono per indicare l’atto di…

Scopare. Volgarotto. Va bene se ne parli con gli amici “quella me la sono scopata”. Lo dici alla trombamica “scopiamo?”, non alla fidanzata a meno che non sia molto easy

Trombare. Molto musicale e festaiolo. Sa di esplosione di giubilo, come se dopo l’orgasmo partisse la banda a suonare la Marsigliese.

Fare sesso. Un po’ distaccato ma onesto. Fa un po’ Rocco Siffredi durante un’intervista a Donna Moderna.

Fare l’amore. Pressoché desueto. Lo diceva Dante a Beatrice (che infatti non gliel’ha data mai). Utile, quanto obrobrioso, nell’educazione sessuale dei figli “Mamma e papà si vogliono bene e poi fanno l’amore”. “Sì papà, ma alla fine trombano?”

Fare all’amore. Assolutamente desueto. Manco Dante a Beatrice. Solo Baglioni potrebbe riuscire a metterlo in una canzone…che parla di Rosy Bindi. Dà l’idea che entrambi si stia lì a fare altro…all’amore.Come Patrick Swaize e Demi Moore in Ghost che, invece di scopare, erano lì a fare un vaso. Facevano all’amore?

Chiavare. Volgare. Roba da Tinto Bras. L’idea del chiavare è che, pur avendo la chiave, la serratura la forzi. Da non usare con la donna che ti vuoi chiavare. Amica, trombamica, fidanzata, moglie che sia.

Fottere: Volgarissimo. Lo si usa solo riferito a terzi “se l’è fottuta”. Terminologia da racconti di discoteca, sotto l’effetto di stupefacenti. Non per niente sinonimo di “rubare,”ingannare”

Avere rapporti completi. Lo puoi sentire detto da un ginecologo o leggerlo su una lettera di “Cioè”  Altrove mai.

Ciluare. Dialettale.. Come per “fottere” esiste la connotazione negativa del “rubare/ingannare”. Da ciulare deriva però la “ciulatina”: scopata in scioltezza, senza impegno, che mette allegria.

Farlo. Linguaggio da confessione: “Dimmi figliolo, l’avete fatto?”, “No padre ci siamo solo toccati. Purtroppo”. Distaccatissimo e spesso riferito solo alla prima volta.

Analogo, ma più fatalista “andare fino in fondo”, come a indicare l’agnognata fine della fase in cui al massimo si limonava duro.  “Avete limonato?”, “No, siamo andati fino in fondo”. Potrebbe dirlo Candy Candy.

Pucciare il biscotto. Un po’ rustica come espressione, ma mai immagine fu più efficace. Alla fine quasi poetica…come finisse tutto a tarallucci e vino. Utilizzata tipicamente nei discorsi maschili, tale espressione è stata celebrata in una bellissima canzone di Elio e le Storie Tese

Darla.Un grande classico “Me la dai?”, “Gliel’hai data?”. L’esempio di sineddoche (una parte per il tutto) più utilizzato nella storia dell’umanità. Non esiste il corrispettivo maschile “Me lo dai?”. Sarebbe puramente pleonastico

Andare a letto. Molto politically correct. Suona come “andare a tavola”. Che poi si vada a mangiare o a giocare a scopa (appunto) non è dato di sapere.

Congiungersi carnalmente. Peccaminoso a priori. Come rubare o mettersi le dita nel naso. Quindi non si fa.

Insomma. La parola giusta, che esprima allo stesso tempo coinvolgimento, rispetto e amore, manca. Quindi, nel dubbio, lasciamo che i peni entrino nelle vagine e non pensiamoci più.

Alex

ghost

Patrick e Demi mentre fanno all’amore

Cinque validissimi motivi per andare all’Expo di Milano

1) L’Expo di Milano è a Rho. Ridente località lombarda famosa perché nel 2015 ci fecero l’Expo. Non fosse sulla tratta Torino-Milano nessuno fino ad oggi avrebbe saputo della sua esistenza. Un po’ come la Kamchatka, conosciuta solo perché c’è nel Risiko

2) Stufi di pagare per mangiare? All’Expo potete fare di più: potete pagare per poter pagare per mangiare. Geniale vero? Un po’ come mettersi il profilattico per poter mettere il profilattico per fare sesso…passa la voglia. Il vantaggio è che un profilattico non costa 39 euro. Il biglietto dell’Expo invece si.

3) Dal sito ufficiale: “Expo Milano 2015 offrirà a tutti la possibilità di conoscere e assaggiare i migliori piatti del mondo e scoprire le eccellenze della tradizione agroalimentare e gastronomica di ogni Paese”. E quindi avrete la possibilità di assaggiare cibi sconosciuti e introvabili di ogni parte del mondo. Alcuni esempi?

Le Fajitas messicane, il Sushi giapponese e il Big Mac americano.

Nello stand della Cina potrete mangiare involtino plimavela, lavioli gambeli e glappa losa (in omaggio un simpatico calendario a forma di ventaglio)

L’Ecuador porterà un frutto tropicale a noi sconosciuto: la banana. Il Brasile una bevanda chiamata “caffè”.
Ci sarebbero state anche due grandi anteprime mondiali: la patata e il pomodoro. Ma la sorpresa è stata rovinata da una fuga di notizie, avvenuta tra il XV e il XVI secolo, dovuta a Cristoforo Colombo e ai conquistatori spagnoli.

4) Ma chi sono le aziende partner e sponsor dell’evento? Semplice: tutte aziende che, per loro natura, riempiono di profondo significato lo slogan dell’evento “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Tipo Samsung, Intesa Sanpaolo, Tim,Coca Cola, McDonald’s, Eni, Enel, Fca. Ogni commento sarebbe di troppo. Tra gli official Partners c’è anche la Regione Sicilia. E le altre regioni? No, solo la regione Sicilia. Quanto meno buffo.

5) Ma soprattutto, andare all’Expo, significa far parte della storia, lasciare qualcosa che sopravviverà a noi e alla nostra epoca. Perché se eri a Parigi anel 1889 ai tuoi nipoti hai potuto raccontare “Io c’ero quando è stata costruita la Torre Eiffel”. Perchè se eri a Washinton nel 1876 hai potuto raccontare “Io c’ero quando è stato costruito lo Smithsonian Institution”.
E se sarai a Milano, anzi a Rho, nel 2015 potrai raccontare “Io c’ero quando avrebbe dovuto essere costruito l’albero della vita”.
E tuo nipote: “Nonno ma di che cazzo parli?”

Alex

Expo2015

Il duomo di Milano, simbolo dell’Expo di Rho

La “vena” romantica

Tutti gli uomini hanno una vena romantica. Ed è quella che unisce il cuore all’uccello. Un tubo diretto, sempre aperto. L’esistenza della vena romantica ha come effetto la completa incapacità dell’uomo di distinguere tra gli impulsi sessuali scatenati  dal suo Gulliver e i sentimenti dettati dal suo cuore. Sono un tutt’uno inscindibile. Detto in altre parole: se diventa duro è amore. Stop.
In questo processo di innamoramento, il cervello dell’uomo non ha alcun ruolo. Di conseguenza, anche il neurone contenuto al suo interno, sta lì, solo, ramingo e sconnesso come la particella di sodio dell’acqua Lete. L’unica differenza è che quando urla “Uuuuu…c’è qualcuno?”, non si percepisce silenzio, ma solo il suono ripetuto di antichi versi d’amore che, dalla pubertà in poi, riecheggiano immutati nella sua mente::

tette culo sesso tette culo sesso tette culo sesso tette culo sesso tette culo sesso tette culo sesso tette culo sesso tette culo sesso tette culo sesso tette culo sesso ….

Eppure a volte un uomo sa andare oltre. Sa spremere il neurone, liberare la vena romantica, mettere a tacere i versi d’amore tetteculosesso, liberarsi dall’espressione tipica di una mucca davanti ad un’equazione, che tanto gli viene naturale in presenza di femminea bellezza, e scrivere parole come quelle di Dante, romantiche per davvero:

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Versi d’amore dolci e celestiali. Ma Beatrice l’ha data a Dante? No. E allora valeva la pena sbattersi a scriverli solo per far vedere ai posteri quanto si può essere romantici? No. Forse è meglio essere veri , diretti e beceramente uomini. Se l’avesse fatto anche Dante, avrebbe scritto:

Beatrice, calati la mutanda che parliamo d’amore.

Non so se Beatrice gliela avrebbe data. Ma i posteri avrebbero apprezzato

Alex

lete