Etichettato: vampirella
Perversioni infantili: six feet under
Da mia mamma ho ereditato il gusto per i film horror, le letture di fantascienza e i romanzi noir.
Da bambina passavamo le serate sul pavimento nel salotto moquettato marroncino cacca anni ’80, regno di acari e pelo di gatto. Ne avevamo tre: Caligola, un gatto enorme e nero che deflorò tutte le micette del circondario; Ciro, il cui nome completo era Siranodebergeraq a causa del naso enorme e Pippo, straordinario amante della pulizia intima.
La TV, indistruttibile, rigorosamente in BN dallo schermo bombato, dominava la stanza come un regnate sul trono a dispensar favori e meraviglie. Stava sempre sintonizzata sullo stesso canale, in primo luogo perché all’epoca ce n’erano solo tre, e poi perché il telecomando era un oggetto che andava oltre la più temeraria immaginazione. Tutti gli anni chiedevo a Babbo Natale che quell’enorme scatola grigia si rompesse, in modo da poterne avere una più moderna, a colori magari. Cosa che avvenne solo molti anni dopo.
Nel frattempo facevamo scorpacciate di film, tutti rigorosamente adatti ai minori: da La notte dei morti viventi al Il pianeta delle scimmie, da Non aprite quella porta a Profondo rosso. Senza contare l’indigestione delle prime serie TV, dal mitico Spazio 1999 a I Sopravvissuti . Orgasmico fu il 1984 con l’arrivo de I Visitors. I miei compagni di scuola leggevano Topolino, io Guida Intergalattica per Autostoppisti, e in tempi non sospetti, molto ma molto tempo prima di Twilight, fantasticavo di essere un vampiro e volar via dalla finestra con un fantastico mantello nero. Credo che qualcosa di Mercoledì Addams sia irrimediabilmente penetrata in me: le mie amichette giocavano a fare la mamma con le bambole, cantando loro ninnenanne e cambiando loro il pannolino pisciato (perché c’era la bambola che faceva la pipì, questo si che è orribile), avevano la casa di Barbie con l’idromassaggio e ne organizzavano il matrimonio; io, le bionde anoressiche Mattel, le odiavo: le facevo mordere da Ken il Vampiro e se sopravvivevano diventavano Barbie Vampirella, altrimenti svanivano nel nulla, con tanto di Big Jim , l’amante segreto, disperato nel cercare l’amante fuggita, di sicuro con un altro amante più bello e muscoloso. Dopo qualche tempo le mamme delle mie amiche non erano più molto contente che io andassi a giocare a casa loro e i miei genitori smisero di regalarmi bambole che, inspiegabilmente, sparivano.
Tutto ciò era rimasto sepolto nella mia memoria fino a quando mia madre qualche giorno fa, zappando l’orto in una zona non utilizzata da anni, finalmente ha risolto il mistero delle bambole scomparse. In mezzo ai resti di scatole da scarpe ormai marcite, ha rinvenuto gli inalterabili resti plastici di Barbie Ballerina ed altre 10 bambolucce varie: non erano sopravvissute al morso di Ken! Tra zucchine e pomodori, avevo dato loro degna sepoltura, con buona pace di Big Jim.
Stephenie Meyer non lo sa, ma Twilight l’ho inventato io.
Meli