Etichettato: pene

Si tromba? Si scopa? Si fa sesso? Che si fa?

Quanti sinonimi esistono per indicare l’atto di…

Scopare. Volgarotto. Va bene se ne parli con gli amici “quella me la sono scopata”. Lo dici alla trombamica “scopiamo?”, non alla fidanzata a meno che non sia molto easy

Trombare. Molto musicale e festaiolo. Sa di esplosione di giubilo, come se dopo l’orgasmo partisse la banda a suonare la Marsigliese.

Fare sesso. Un po’ distaccato ma onesto. Fa un po’ Rocco Siffredi durante un’intervista a Donna Moderna.

Fare l’amore. Pressoché desueto. Lo diceva Dante a Beatrice (che infatti non gliel’ha data mai). Utile, quanto obrobrioso, nell’educazione sessuale dei figli “Mamma e papà si vogliono bene e poi fanno l’amore”. “Sì papà, ma alla fine trombano?”

Fare all’amore. Assolutamente desueto. Manco Dante a Beatrice. Solo Baglioni potrebbe riuscire a metterlo in una canzone…che parla di Rosy Bindi. Dà l’idea che entrambi si stia lì a fare altro…all’amore.Come Patrick Swaize e Demi Moore in Ghost che, invece di scopare, erano lì a fare un vaso. Facevano all’amore?

Chiavare. Volgare. Roba da Tinto Bras. L’idea del chiavare è che, pur avendo la chiave, la serratura la forzi. Da non usare con la donna che ti vuoi chiavare. Amica, trombamica, fidanzata, moglie che sia.

Fottere: Volgarissimo. Lo si usa solo riferito a terzi “se l’è fottuta”. Terminologia da racconti di discoteca, sotto l’effetto di stupefacenti. Non per niente sinonimo di “rubare,”ingannare”

Avere rapporti completi. Lo puoi sentire detto da un ginecologo o leggerlo su una lettera di “Cioè”  Altrove mai.

Ciluare. Dialettale.. Come per “fottere” esiste la connotazione negativa del “rubare/ingannare”. Da ciulare deriva però la “ciulatina”: scopata in scioltezza, senza impegno, che mette allegria.

Farlo. Linguaggio da confessione: “Dimmi figliolo, l’avete fatto?”, “No padre ci siamo solo toccati. Purtroppo”. Distaccatissimo e spesso riferito solo alla prima volta.

Analogo, ma più fatalista “andare fino in fondo”, come a indicare l’agnognata fine della fase in cui al massimo si limonava duro.  “Avete limonato?”, “No, siamo andati fino in fondo”. Potrebbe dirlo Candy Candy.

Pucciare il biscotto. Un po’ rustica come espressione, ma mai immagine fu più efficace. Alla fine quasi poetica…come finisse tutto a tarallucci e vino. Utilizzata tipicamente nei discorsi maschili, tale espressione è stata celebrata in una bellissima canzone di Elio e le Storie Tese

Darla.Un grande classico “Me la dai?”, “Gliel’hai data?”. L’esempio di sineddoche (una parte per il tutto) più utilizzato nella storia dell’umanità. Non esiste il corrispettivo maschile “Me lo dai?”. Sarebbe puramente pleonastico

Andare a letto. Molto politically correct. Suona come “andare a tavola”. Che poi si vada a mangiare o a giocare a scopa (appunto) non è dato di sapere.

Congiungersi carnalmente. Peccaminoso a priori. Come rubare o mettersi le dita nel naso. Quindi non si fa.

Insomma. La parola giusta, che esprima allo stesso tempo coinvolgimento, rispetto e amore, manca. Quindi, nel dubbio, lasciamo che i peni entrino nelle vagine e non pensiamoci più.

Alex

ghost

Patrick e Demi mentre fanno all’amore

Il bottone del controllo

Secondo Wikipedia l’orgasmo  “è un complesso di reazioni neuro-muscolari involontarie, di breve durata, che corrisponde al culmine dell’eccitazione sessuale conseguente alla stimolazione fisica e psicologica delle zone erogene e degli organi sessuali. Nell’uomo il suo esito fisiologico è l’eiaculazione, mentre nella donna sono contrazioni perivaginali, alle quali in alcuni casi si accompagnerebbero fenomeni escretori ecc…. “.

Ciò che non dice è che l’orgasmo è uno dei piaceri della vita. Come la cioccolata, il barolo e l’idromassaggio,  quindi,  secondo me, bisognerebbe cercare di provarlo quanto più spesso possibile, in ogni modo ( in maniera sana ed equilibrata, certo).  Inoltre l’orgasmo si porta appresso numerosi gadgets:  riduce i dolori ( anche il mal di testa) , fa bruciare calorie, tonifica  la muscolatura della zona pelvica, favorisce il sonno e il buon umore. Liberiamo allora  le nostre menti e i nostri inguini  da lunghi secoli di oscurantismo  cattolico e ridicoli sensi di colpa.

“ Non ti masturbare che diventi cieco” diceva il man in black dall’altra parte del confessionale, e la giaculatoria “Non lo fo per piacer mio ma per dare figli a dio”  era recitata dalle  ragazze per bene che indossavano quella meravigliosa camicia da notte fornita di buco per  poter permettere il coito senza denudarsi.

Il piacere femminile è stato per secoli rifiutato, negato, osteggiato.  Ancora oggi si pratica l’infibulazione (l’ asportazione del clitoride, delle piccole labbra e di parte delle grandi labbra vaginali ) che,  oltre ad essere potenzialmente causa di infezioni e decesso,  priva la donna di ogni possibilità di godimento sessuale. E non aggiungo altro sull’argomento  che meriterebbe di essere trattato a parte.

Freud sosteneva che l’orgasmo clitorideo fosse “segno di una personalità immatura”; se infatti l’orgasmo vaginale è funzionale alla procreazione, che senso avrebbe, per Madre Natura ,  dotare il clitoride,  questo  “bottoncino insignificante” , di un così grande potere orgasmico? Che poi per sollecitarlo il pene non serve, o serve a poco; insomma, molto meglio il cunilingus, o le dita o i sex toys! Se c’è tanta ignoranza in materia   forse è anche perché decenni di film e  letteratura ( dai porno di Rocco ai romanzi rosa di Liala) vedono una lei che urla di piacere nell’essere impalata dal di lui membro…

Purtroppo non è così.  Sembra che la maggior parte delle donne ( 70%)  non riesca a raggiungere l’apice del piacere  con la sola penetrazione, e questo proprio perché il buon Dio ( o chi volete voi) ha montato la zona erogena per eccellenza  a qualche centimetro di distanza dalla vagina. Non dentro e, di sicuro,  non in fondo. Capito? E’ per questo motivo che si dice  che il pene grosso non serva a nulla…

Ma allora io dico: perché il buon Dio ( o chi volete voi) ci ha fatti così diversi? Perché l’uomo  gode inserendo la sua cappella della vagina di lei ( o in zone limitrofe,  ma non cambia molto) mentre a lei questo non basta? Non sarebbe stata più facilmente ottenibile una sessualità  appagante per entrambi i partners  se il clitoride fosse stato montato nella vagina? Forse il buon Dio si è sbagliato?  O forse è anche lui fallocentrico?  O  forse era in combutta coi venditori di sex toys!…

Meli

Meli (?) che degusta un gelato

Cazzi e mazze: se perdi fai la mamma

“Duello di peni tra mamma e papà” su questo titoletto mi è caduto l’occhio tra un click e l’altro di una annoiata navigazione su internet in pausa pranzo. Più su l’altro titolo: “Sei modi creativi di usare i genitali”. Non mi sono neanche concesso il tempo di ripassare i modi (poco più di un paio) che conosco io e già stavo cliccando, immaginando di finire in un sito di quelli….di quelli….che poi si cancella la cronologia di Internet.E invece no…dIlusione..dIlusione. Mi ritrovo sul sito del National Geographic in cui, sotto le foto di simpatici animaletti colorati, viene descritto il bizzarro utilizzo che essi fanno dei loro organi genitali. Inevitabile leggere. E ancor più inevitabile, immaginare cosa succederebbe se anche gli umani avessero caratteristiche comparabili.

Cominciamo da un minuscolo insetto d’acqua che, per richiamare la femmina, produce un rumore assordante strofinando il pene sull’addome. Ora, donne, capisco che sms e squillini sul cellulare possano darvi fastidio. Ma vi immaginate cosa sarebbe la vostra vita, se foste circondati da uomini che, per parlarvi,facessero sbattere il loro gioiellino sulla panza a mo’ di mazza sul tamburo?!

“Amore”  bum bum bum bum bum “aperitivo stasera?”   bum bum bum bum

A ruota segue la foto di un simpatico e colorato verme marino ermafrodita: è sia maschio che femmina. Quando due individui si incontrano, entrambi estraggono il pene e cercano di fecondare l’altro. Chi perde fa la mamma. Salto a pie’ pari le eventuali simbologie e metafore, ma non posso non chiedermi come sarebbero gli analoghi incontri umani:

– “Dammela!”

– “No dammela tu!”

e a quel punto, come in un duello di guerre Stellari a botte di spada laser, passeremmo delle mezz’ore (sigaretta del dopo inclusa) a cercare di infilzare l’avversario?

Ultimo, ma non in ordine di genialità l’Argonauta, un mollusco marino. Se rileva la presenza di una femmina, il suo organo sessuale si stacca e, nuotando in autonomia (sottolineo “in autonomia”) raggiunge la femmina fecondandola.Risulta evidente che, applicando le stesse regole alla razza umana, gli scenari diventano veramente molteplici quanto bizzarri.Per i maschietti: immaginate il vostro prezioso gingillo che, mentre camminate per strada, si leva in volo, in completa autonomia, all’inseguimento di un altrui femmineo pertugio. Cominciamo col dire che, a quel punto, sarebbe ampiamente giustificato l’appellativo di “uccello”. Ma più che altro, già mi par di vedere scene balzane di uomini che, guardando la loro preziosa appendice partire, la inciterebbero con motti tipo:

– “distruggila!!!”

– “dagliene finchè ce n’è”

– o per i più romantici “scrivi quando arriviiiii” sventolando il fazzoletto

– o ancora “mi mancheraiiiii”

Tale scenario risulta ancora più inquietante visto dal punto di vista femminile. Da un lato Megan Fox e Jessica Alba che scappano inseguite da enormi stormi di cazzi volanti. Dall’altro arzille vecchine che invece li inseguono, col retino da farfalle, cercando di prenderne almeno uno. Sicuramente troverebbe nuovo vigore e significato l’espressione “Che cazzo vuoi?”

Non sono finiti qui i simpatici animaletti della fattoria del National Geographic. Ma non vi voglio rovinare la sorpresa:

La Galleria dei simpatici animaletti

Ma tornando all’Argonauta, mi resta un solo dubbio. Ma alla fine, la sigaretta, chi se la fuma? Il pene oramai soddisfatto e felice a fine missione….o il suo proprietario, orfano del suo apparato più prezioso, mormorando preoccupato “dove sei cazzo?”

Alex

Polyclad flatworm, Pseudobiceros gloriosus