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Alcuni validi motivi per cui un maschio italiano dovrebbe vivere da solo prima di andare a convivere con una donna (almeno per un po’)

Chiariamo subito un punto: convenzionalmente si può dire che una persona vive da sola se il tempo che la separa da casa dei genitori è superiore al tempo necessario a cuocere una pasta. Non sono quindi da ritenersi affidabili dichiarazioni quali:

  • vivo da solo nella mansarda dei miei

  • vivo da solo sul pianerottolo di fronte ai miei

  • vivo da solo in camera mia

  • vivo da solo perché non dormo più nel letto coi miei

Chiarito il concetto veniamo ai motivi per un maschio italiano dovrebbe vivere da solo. Per capire che:
  • Sveglia e caffè non sono collegate.. Potrebbe accadere che vi svegliate e il caffè non è pronto. Strabiliante vero?.

  • Si può fare a meno delle camicie….se le dovete stirare voi.

  • il 70% della superficie terrestre è ricoperto da acqua. Il restante 30% da polvere. E tutta quella polvere ha come unico scopo quello di entrare in casa vostra sotto forma di organismo multistrato o balle di polvere.

  • “Ci sono affezionato perché le ho viste crescere” non è una buona scusa per non rimuovere le balle di polvere.

  • Tende e tendine non servono a un cazzo, ma abituatevi a fingere di trovarle utili nell’ottica di una futura convivenza con una donna che le troverà indispensabili.

  • Non si può vivere di scatolette e patatine fritte. Non tanto perché facciano male ma perché,  incredibilmente, dopo un po’ vengono a noia.

  • Il frigorifero non si autoriempie e fare una frittata mettendo tutto quello che avete dentro può essere una pessima idea: la lampadina del frigorifero è difficilmente digeribile e i tupperware di plastica si attaccano alla padella.

  • La corrente elettrica si paga e, tenetevi forte, le lampadine sono collegate alla corrente! Quindi vivere in configurazione Casinò di Las Vegas non è conveniente. D’altra parte le lampadine con potenza inferiore ai 3 watt mettono tristezza. Lo capisci quando le accendi e la luce non raggiunge i muri della stanza perché muore nel tragitto.E quell’atmosfera che si viene a creare, tipo Urlo di Munch, dopo un po’ rompe i coglioni.

  • Mutande e calzini non raggiungono in autonomia la lavatrice. Comprare 365 paia di mutande e 365 paia di calze è un ottimo workaround ma dura al più un anno.

  • Un lavandino pieno d’acqua non opera come una lavastoviglie. Non basta quindi metterci i piatti dentro e aspettare

  • La mamma mentiva: camminare a piedi nudi non fa ammalare e l’aria diretta del ventilatore non uccide sul colpo. Si possono percorrere centinaia di chilometri a piedi nudi e passare intere nottate estive col ventilatore puntato sulle palle senza che nulla di grave accada.

  • La mamma aveva ragione: lo yogurt scaduto non dà conseguenze mortali e le banane sono mangiabili anche quando sono nere.

  • La qualità dell’acqua del rubinetto dipende dall’ascensore. Se non ce l’avete, l’acqua del rubinetto diventa improvvisamente buonissima e con ottime proprietà organolettiche.

  • Si può vivere molto bene anche da soli. Così sostiene il mio psicoterapeuta, che tuttavia è dubbioso sul fatto che  Ugo e Dorotea, le balle di polvere che vivono sotto il mio comodino, mi diano il buongiorno.

Alex

urlo_di_munch

Esempio di ambiente illuminato con lampadine da 2 watt

Di Limoni e altri reflussi

Warning: post ad alto contenuto di acidità, astenersi stomaci ipersensibili.

Qualche giorno fa un amico mi ha fatto notare un certo  mio atteggiamento acrimonioso  nei confronti delle relazioni uomo-donna. In effetti, a ben pensarci, noi ignare e dolcissime fanciulle spesso veniamo  tacciate di acidità dal sesso forte.

Ma io mi chiedo: di fronte allo zoo  di  comportamenti maschili che stanno a metà tra uno scimpanzé in crisi  di astinenza e un ectoplasma in lotta esistenziale, come possiamo NON esserlo?

Ed ecco una rapida carrellata di fenomeni ravvicinati del quarto tipo che  mi hanno fatto divertire più di una gita a Gardaland:

i mammoni  ” il ragù solo mamma lo sa fare”, gli indecisi  ” mi piace tanto Anna ma anche Elisa. O forse Giulio?”, i Casanova de noi artri  ” pizzeria  e facciamo alla romana?”, maniaci,  mestruati, stalker, i malaticci  ” metto la sciarpina che poi mi viene la febbrina”, sessofobici, sessodipendenti, gli ansiosi  da dimensione  ” hey  baby, sono il mago del cunnilingus”,  gay repressi, logorroici, gli ipocondriaci che un colpo di tosse e ” ohmiodiohoqualcosadibrutto”.  Poi ci sono i ” ci sentiamo domani “  che sanano  ogni ragionevole dubbio  sulla veridicità delle storie di rapimenti alieni, non essendoci  altra spiegazione alla loro improvvisa e silenziosa sparizione.

E ancora i cyber seduttori, veloci con le dita solo su   messenger, i depilati- lampadati – shatushati che poi si irritano se esci con gli anfibi. Gli smartphone dipendenti e  gli smartphone  intolleranti, che il telefono non serve mica per telefonare  e se  per sbaglio mandi più di un messaggio alla settimana rischi un provvedimento restrittivo di avvicinamento; i  pessimisti  che ”  tanto i rapporti di coppia sono fallimentari”, i realisti ” non sei tu, sono io…” ( si certo, una cozza sei ), gli iperrealisti ” sei la donna della mia vita” ma non anno ancora deciso se questa vita o la prossima; gli indecisi che  ”  le  donne sono  tutte rompicoglioni”  ma ne hanno  4 o  5; gli umili  ” sei meravigliosa,  non ti merito” ,  i sessuomani   ” sesso come con te non ne ho fatto mai prima” ma  nel dubbio ne provano qualcun’altragli indisponibili emotivi  ” non voglio  coinvolgermi” e poi postano le  foto alle Maldive  con la novella fidanzata; i filantropi, che si donano al mondo  femminile al completo,  gli increduli  ” una come te non l’ho conosciuta mai “( e infatti non ci credono nemmeno loro), i procastinatori   ” non sono ancora pronto ad impegnarmi. Sai mica  dove ho messo la dentiera?… “

Indimenticabili sono  i  lamentosi cronici, in perenne crisi depressiva che ancora credono, illusi, di fare leva  su un nostro  proverbiale istinto della crocerossina. E no bambini belli, quello è terminato da un pezzo, e se ne fosse rimasto un pezzettino ci servirebbe per rimediare ai tragici eventi che ci colpiscono, tipo un’unghia scheggiata o i capelli increspati dall’umidità.

Ma quelli che mi piacciono di più e che  distaccano ogni altra categoria come Bolt al rush finale, sono i paurosi. Paurosi di che? Di tutto: della mononucleosi, dei  ragni, della gente, della solitudine, di essere sobri, di bere troppo, di dormire troppo o troppo poco, dei bambini, dei cani, e dei cani con bambino. Ma  soprattutto temono il terribile  male del secolo: le relazioni. Come se la fanciulla con cui stanno  prendendo il  caffè del mattino dopo potesse fraintendere le loro intenzioni e trasformarsi in un attimo  da allegra compagna di una notte a terribile Kathy Bates  di Misery non deve morire. Calma ragazzo, è un caffè, io ho sonno  e ancora  non ho deciso se vorrò rivederti o preferirò piuttosto partecipare  a un reading di Mein Kampf. In tedesco.

Quindi lasciatecelo almeno questo sacrosanto diritto ad essere acide, ché sappiamo che comunque, i limoni, vi piacciono sempre.

Meli

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