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8 euro al chilo

IMG-20150530-WA0008Ore 13,  metropolitana di Torino, tra le stazioni Spezia e Racconigi. Due ragazze sui trenta brune e carine, sedute davanti a me,   sghignazzano guardando  foto da un cellulare.

-“Questa  l’ abbiamo  postata l’altra notte su un sito…Io e  il tipo  che frequento ora; sai, a  lui piace espormi…  è stato lui  ad insistere. Uno in rete  mi ha offerto 500 euro per una scopxta”.

-“ E ci vai?”

-“Ma no figurati, era così per gioco…non lo farei mai . Però  500 è tanto, mica per tutte!”

Sorride, è contenta; forse, in fondo, sta valutando sul serio l’offerta.

” E te credo!”, penso io, che 500 euro  col mio lavoro impiegatizio li guadagno in… lasciamo stare va, che tristezza!

Mi incuriosirebbe  sapere se l’ aspirante escort sia più orgogliosa del fatto che il ragazzo la esponga come merce rara  su un sito di prostitute, o  sia  compiaciuta  per l’alta valutazione ricevuta.

“Ma che te frega!” mi risponde  il mio unico neurone ancora funzionante, Gege per gli amici,  incagliato nella suadente fantasia di un rosa biglietto da 500 nelle mie mutandine.

Poi però Gege ha un moto di ribellione ( è un neurone  solitario ma tosto), e mi frega avviando in background il programma “massaia” che scatena un semplice calcolo: la brunetta in questione, prezzata 500 euro all’asta, peserà cira 60 Kg, che tradotto, significa poco più di 8 euro al chilo. Come la carne di pollo. D’allevamento. Meno del maiale.

D’improvviso quei 500 euro non mi sembrano più così tanti e  Gege, solitario ma saggio, mi suggerisce che, in fondo, c’è ben poco di cui felicitarsi per quella che non è altro che un’ avvilente valutazione da macelleria.

Meli

Scambi in coppia

– ti ho pensato tutto il giorno

– anche io

– così non posso continuare. Hai preso in ostaggio tutti i miei pensieri,li hai accartocciati e spinti a senso unico verso di te

– scusa

– scusa un cazzo, ormai il danno l’hai fatto

– è una cosa brutta?

– si, se mi occupi tutta la memoria ram; non c’è spazio per nient’altro qui dentro

– scusa

– ho un’idea: scambiamoci i pensieri. Tu ti riprendi i tuoi e io mi riprendo i miei…

– non so, saresti brutta con la mia testa sul tuo collo

– già, e tu non riusciresti a reggere il peso della mia

– ho un’altra idea: teniamoci le teste, e…. scambiamoci i corpi!

Meli

BaKe

 

Fusioni, a volte accade

ll foie gras è un piatto tipico della cucina francese. Prelibato e  costoso. Prodotto ingozzando oche o anatre  per fare crescere a dismisura il loro fegato.  Ma questo prima  non lo sapevo. Il gusto del foie gras è denso, pastoso, avvolgente, con un pizzico di selvatico, estremamente grasso, come suggerisce il nome.

Il Sauternes è un  prestigioso vino francese. E’un  passito dolce, botrizzato: il viticoltore lascia che gli  acini vengono attaccati da un   fungo,  il Botrytis Cinerea, che, metabolizzando  la buccia dell’uva, la rende più sottile permettendo un naturale appassimento  dell’acino; inoltre le spore divorano gran parte delle sostanze acide, lasciando nel  frutto un’alta concentrazione di zuccheri. Il buon Sautrernes è un vino difficile, dai sentori di miele,  vaniglia, frutti bianchi e.. muffa.

Nessuno di questi due prodotti tipici mi piace particolarmente. Non amo i cibi grassi e nemmeno i vini dolci. E poi sono troppo costosi per le mie tasche… Eppure… accade. Accade che mi invitino ad un matrimonio DOC, vissuto da me come incubo a causa delle scarpe strette e del vestito bellissimo ma prestato. Fino a quando non mi accorgo che  una delle tavole del sontuoso  buffet matrimoniale  è particolarmente affollata; mi avvicino curiosa  e lì faccio la conoscenza di Foie & Sauternes. Il  palato rimane stupito nel  non  riuscire riconoscere  nella commistione fra Foie e Sauternes  il sapore dell’uno o dell’altro.

E accade che da due alimenti così apparentemente incompatibili, uno grasso e pastoso, l’altro alcolico e dolce, scocchi la scintilla e nella loro  felice ed inaspettata unione nasca un’anima completamente nuova. Talvolta accade anche per le persone, inaspettatamente. E due amici   che mai avremmo immaginato potessero fondersi, danno vita ad un “noi”:  una creatura nuova, indistinguibile dalle parti che la compongono. Un nuovo essere magari anche più appetitoso dalle singolarità dalle quali ha avuto origine.

Così è avvenuto per le due anime che hanno celebrato la grandiosa fusione. Spero che davvero sia per sempre, perché il Foie Gras e il Sauternes da soli sono sorprendentemente zoppi;  solo assieme trovano l’armonia della  loro esistenza.

E forse siamo tutti un po’ foie gras e un po’ Sauternes.

Meli

bicchiere-di-vino-bianco-2

Scusa ma devo metabolizzare

Piazza in centro città, sole di inizio Settembre, panchine piccioni e gelati.

lei: Ciccino, proprio non va
lui: vero Ciccina
lei: dai non è tragico, stiamo insieme solo da due mesi…
lui: vero Ciccina
lei: però io ti voglio bene comunque
lui: anche io
lei: rimaniamo amici? Mica abbiamo litigato da non volerci sentire più…
lui: giusto

metà Settembre, cinque del pomeriggio.

lui: pronto
lei : ciao Exciccino, come stai?
lui: (… silenzio) Bene,e tu?
lei: si anche io. Senti Exciccino, ti sto telefonando perchè organizzo una festa per il mio compleanno la settimana prossima, aperitivo al solito bar. Vieni?
lui: eee… mmmm…
lei: Exciccino tutto a posto? C’è qualche problema?
lui: no è che, insomma, forse non è il caso…
lei:ma perchè, ci siamo lasciati bene no? avevamo detto che saremmo rimasti amici…
lui: è che sai, dopo che ci siamo lasciati due settimane fa io sono stato davvero male… Devo ancora metabolizzare la cosa.
lei: ah! Non me lo aspettavo… Ma sei arrabbiato con me?
lui: no, no davvero. Però preferisco non vederti per un pò…fa troppo male
lei: mi dispiace tanto… Ma ti posso chattare almeno?
lui: certo Exciccina

Seguono due settimane di silenzio chat/telefonico. Poi iniziano movimenti sospetti in feisbuk tra le compagnie di Exciccino.

Lui: pronto
lei: ciao Exciccino. Ti chiamo io perchè tu non ti sei piu’ fatto sentire… Stai meglio? Hai metabolizzato?
lui: si, va meglio grazie
lei: vedo… vedo
lui: eh… si, insomma…mmm…
lei: come si chiama?!
lui: Newciccina…
lei: bel nome! ( del cazzo). E perchè non me lo hai detto ?
lui: volevo dirtelo, ma…
lei: ma che? mi hai detto che dovevi riprenderti dalla nostra separazione, testadimin…a!
lui: hei, guarda che sono stato male davvero…ho anche ripreso a fumare.
lei: ( …silenzio)
lui: davvero!
lei: e ora hai metabolizzato?
lui: si
lei: vaffanculo
lui: pure tu

Meli


Ciccino e Ciccina

Le tende invisibili

Serata di agosto. Panchina in un parco sulla collina torinese.
Lei: “Io non volevo un fidanzato!”
Lui: “Ma io non ho fatto il fidanzato!”
Lei in lacrime: “Appunto. Dovevi farlo! Almeno un po’. Non mi hai neanche mai chiesto se volevo una mano per cambiare le tende”
Lui attonito: “Quali tende?”

Con questo scambio di battute e’ finita la mia ultima storia.
Il dilemma principale potrebbe sembrare:”Ti ho detto che non volevo un fidanzato ma dovevi capire che volevo un fidanzato”
E invece no. Noi uomini oramai al “si che vuol dire no” e viceversa  ci abbiamo fatto il callo.
La domanda che invece mi attanaglia la mente è: “Quali tende?”
Oddio
Alle tende io non ci avevo mai mai mai fatto caso. E facendo mente locale, delle tende di casa sua, nel mio cervello non c’e’ traccia alcuna. Di quella casa ho tanti tanti bei ricordi. Ma le tende no.
Le tende?
Dove erano le tende?
Le tende?
Tende?
Tende…..
O tette?
E la parola “tette” suona nella testa di un uiomo come la parola “scoiattolo” suona nella testa di un cane. Le tette siiiii! Quelle me le ricordo. Erano due. E non andavano cambiate!!!
Si non erano enormi….ma non invisibili. E so dove erano. Datami l’una l’altra la trovo subito….del resto dove c’e’ una tetta…facilmente se ne trova un’altra.
Ma le tende?
Eppure non dovrebbe essere difficile. Casa sua e’ un monolocale. Con un’unica porta che da su un minuscolo balcone. E quindi, se le tende c’erano…dovevano essere li. Ma nel mio cervello il nulla sovrasta la visione della porta e di conseguenza delle tende.
Già…ci sono cose che il cervello degli uomini trascura bellamente.
Alcuni esempi?
– Le tende e il loro posizionamento.
– Che cosa siano il pervinca, il magenta e il ciano.
– Le gocce nella doccia dopo che hai fatto la doccia
– I nuovi tagli di capelli delle compagne/mogli
– Le descrizioni degli abiti da sposa che siano più complesse di “è bianco”
– La posizione è l’utilità dei soprammobili in casa
– La differenza tra il fornetto da unghie e lo scaldabrioches del Mulino Bianco
– Come possa una telefonata durare più di 2 minuti
E si potrebbe andare avanti per molto.
Ma non volendomi perdere nei luoghi comuni torno al problema principale: le tende.
Questione che e’ ben più complessa di quanto sia emerso fino ad ora. Anche a me subito era sembrata più semplice. Tolta la faccia che mi è venuta in quel momento, quella da mucca davanti a un’equazione, per me…boh morta lì.
Ma no!!! Errore!
La frase non e’ stata “non hai mai visto le tende”, e tanto meno “non hai mai visto le tette”, ma bensì “non mi hai mai chiesto se volevo una mano per cambiare le tende”.E qui, nel cervello del maschietto che, come nel mio caso vuole (vorrebbe) capire, si scatenano tutta una serie di questioni, quasi tutte irrisolte.
Ovvero: preso atto che le tende non le vedo………ma si cambiano?
Con che cosa? Con altre tende? Anche esse invisibili?
Oppure si tolgono saltuariamente e poi si rimettono? Sono stagionali? Si cambiano con l’ora legale? Mmmmm forse si lavano.
Va beh…ma perché le serviva una mano per cambiare le tende?
Erano in alto, ma così in alto che non ci poteva arrivare da sola manco con la scala?
O forse erano pesantissime al punto da dover essere in due per gestirle?
O non aveva una scala e forse dovevo prenderla in spalle?
Insomma…come cazzo erano ‘ste tende?!?!?!?
Non lo so adesso e non lo sapevo quella sera.

DRIIIIIINNNNN DRIIIIIINNNNN “Ciao come va? Senti posso passare a trovarti una sera?”
“…forse non è il caso. Ne abbiamo già parlato tra noi è finita….”
“…guarda che non mi interessa…….vorrei solo vedere le tende”
“Ah ah ah chesssimpatico. Alla fine me le ha cambiate mio padre”
“Ma lui le vede?”
“No. L’ha obbligato mia madre”
“ahhhh. Ok. Senti…ma le tette?”

Alex

Le tende viste da un uomo