Etichettato: caos

E in valigia che ci metto?

Finalmente è arrivato il gran giorno. No!!! Non il mio matrimonio, molto meglio:  il giorno della partenza  per l’ agognato viaggio. Un last minute che  per soli 259 euro mi permette di  prendere un aereo che mi porterà su una deliziosa spiaggia deserta e bianca con il mare blu e i pesciolini che mi mangiucchiano  i piedi. Mi alzo e  mi vesto, ho l’aereo fra tre ore. Ma cavolo, dov’è la valigia? Cazzo  non l’ ho ancora  preparata.  Come ho fatto ad essere così stupida? Ho pochissimo tempo per trovare i vestiti adesso… e che vestiti porto? Vado al mare, quindi mi serviranno i costumi, il pareo e degli asciugamani e la crema solare. Occhiali da sole e un cappello. Ma dove ho messo i costumi ??? Erano qui,  in fondo all’armadio.  Ah!  Eccoli. E quello verde dov’è? Il mio costume verde porcapupazza,  non posso partire senza il mio costume verde, gli altri  mi stanno da schifo. E vada a quel paese il costume, non lo trovo. Farò senza. Afferro la valigia semivuota, quando una consapevolezza mi coglie fulminea: passaporto e  biglietto. Ma dove cazzo ho messo il passaporto? Stava sempre qua nel primo cassetto a destra. Maledetti folletti della casa che mi spostano le cose. Vi strerminerò tutti appena torno.  E intanto il tempo passa e.. oh miodddio,  manca solo   un’ora alla partenza dell’aereo, non ce la farò mai. Mi precipito giù per le scale a prendere la macchina che ovviamente non parte… Urlo di angoscia e frustrazione. Addio spiaggia bianca e pesciolini smangiucchiatori di calli.

Mi sollevo seduta sul letto, tachicardica e madida di sudore. Era solo un incubo…o no?

Ebbene sì, la preparazione della valigia è un evento doloroso, un’impresa titanica che mi riempie di angoscia e tensione. Sono donna e come tale ovviamente mi porterei appresso  l’ intero  armadio che è  solo modo imbattibile  e scientificamente provato per non sbagliare nella scelta degli abiti da portare con sé. Come faccio a decidere quale maglia, quale paio di scarpe, quale gonna portare??? Mi serviranno sicuramente tutte queste cose. O magari non tutte, ma se non porto un capo di sicuro  è quello che mi mancherà. Metti che io non porti il mio vestito di seta  nero  e in aereo incontri  l’uomo della mia vita? Mica posso uscirci con le  scarpe da ginnastica. Metti che piova tutto il tempo quando io ho portato solo sandali? Ci sarebbero volute le scarpe da pioggia. Metti che ci sia il sole e io ho portato solo maglioni pesanti? Tragedia. Metti che l’aereo precipiti e io debba sopravvivere anni su un’isola deserta? Che vestiti mi porto per l’aerofragio?  Considerate anche che le compagnie aeree non fanno che diminuire la franchigia sul peso dei bagagli, fatto che  lascia  le signorine come me in seria difficoltà.

Per togliermi dall’imbarazzo della scelta, metto tutti gli abiti, presi da armadi e cassetti, sul letto. E quando dico tutti, sono proprio tutti. Poi li suddivido per genere: canotte, maglie, magliette, gonne, pantaloni, costumi, intimo. Poi, in una sorta di Risiko che può durare dalle 3 alle 9 ore, tiro il dado: il capo che vince entra in valigia. Pensate quello che volete ma questo sistema di scelta  mi sembra molto più semplice e democratico di certi altri che suggeriscono di portare i capi adeguati al clima, al tipo di vacanza e al colore abbinabile. Tsè…principianti.

Per il mio weekend a Londra la sorte ha deciso che io metta in valigia: un maglione di alpaca verde, degli short di cotone rossi , una maglietta bianca ( giusto così per nascondere la mia provenienza); scarpe di tela, sandali, stivali di pelle, una felpa fucsia, l’ impermeabile azzurro ( per avere quest’ultimo a dire il vero ho barato; ma non ditelo alla giacchetta di jeans contro la quale ha perso che si potrebbe offendere). Poi una gonna di pizzo beige e un cardigan amaranto, asciugamano, accappatoio, ciabatte, pigiama a righe. Un paio di jeans e un bikini. Si! Il bikini e allora? Ah! A Londra non c’è il mare? Beh è su  un’isola no?

Così butto in valigia  questo mio repertorio degno del più folkloristico Arlecchino. Avete capito bene: butto in valigia. Nel senso che i primi tre capi sono piegati e ordinati … Coi  successivi mi scoccio  li getto nel trolley stile palla da basket. Ovviamente poi la valigia non si chiude… quindi ritiro tutto fuori e facendo violenza la mia personalità caotica mi costringo a piegare, con la sapienza che la mia nonna cercò

pazientemente di infondermi,  tutto quanto. Finalmente la valigia si chiude ed arriva l’ ora tragica del Giudizio … Il momento che molte di noi affrontano una o più volte alla settimana, al mattino appena alzate, subito dopo aver fatto pipì per diminuire la zavorra: la prova della bilancia. Questa volta però sotto esame  non è il mio culone vittima di troppe carbonare, ma il pancione del trolley  che, secondo la  compagnia aerea low cost, non deve superare il peso di  dieci chili. Appoggio quindi delicatamente il bambinone sul piatto della bilancia e osservo con trepidazione l’ ago salire..8…9…9:50…10…11…10..13.

13 chili ??? Nuuuuu. Ma quanto hai mangiato vecchia panzona?  Mesta,  riapro la valigia alla quale faccio rigurgitare, con mio sommo dispiacere,  la felpa, gli stivali di pelle e gli asciugamani,  sperando che nell’ ostello dove alloggerò, li forniscano.

Ripeso il tutto e wawww : 10 spaccati . Felice della mia impresa mi metto a letto per il meritato riposo ( non dopo aver scansato quel tanto che basta di abiti dalla coperta  per riuscire ad infilarmi sotto le lenzuola)… quando nel dormiveglia, proprio prima di essere definitivamente abbracciata da Morfeo,  i miei occhi si spalancano stile  Jack  in  Lost, nella scena iniziale quando  si sveglia dall’ incidente aereo: il phon! Lo shampoo e la cremina antirughe!!!! Non posso stare  tre giorni senza la mia cremina antirughe alla vitamina ABC  e sterco di camaleonte albino. Sì, ma se metto in valigia tutte queste cose… altro che 10 chili… Cacchio!   Il  bagaglio a mano!!! Che colpo di genio, posso sfruttare quello; alle volte la mia sagacia mi stupisce…

E visto che mi ricordo lontanamente che i liquidi nel bagaglio a mano non si possono portare in una provvidenziale e imprevista saggezza trasloco alcuni vestiti nello zainetto e  butto shampoo balsamo eccetera nel trolley. Esausta, fisicamente provata, emotivamente a pezzi, me ne torno a letto.  Domani si parte. Ho bisogno di un po’ di vacanza per riprendermi dall’impresa di fare la valigia.

Ah! se vi capitasse di vedere per  Londra una sudaticcia sciroccata   con un maglione di alpaca verde, una gonna di pizzo beige e scarpe da ginnastica, fate finta di nulla.
Cazzarola!!! Il biglietto!!!

Meli

jack

Jack mentre cerca di ricordare se ha messo la shampoo in valigia