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Il vecchietto dove lo metto? Nel cantiere
Normalmente è invisibile. Dove risieda nessuno lo sa. La scienza se lo chiede da tempo ma brancola nel buio. Un’unica certezza: a fronte dell’apertura di qualsiasi cantiere cittadino si materializza ad alcuni metri dal luogo di interesse. E’ il pensionato dei lavori in corso. Cappello in testa, mani l’una nell’altra dietro la schiena, piede destro avanti rispetto al sinistro e girato leggermente verso l’esterno, come in un abbozzo di pliè. In una delle due mani una rivista arrotolata. E’ altamente specializzato per assolvere al meglio alla sua indubbia funzione sociale: rompere i coglioni.
– E’ sordo: può quindi sopportare livelli di intensità sonora superiori ai 4000 decibel. Non c’è rumore di ruspa o scavatore che gli possa creare disagio. Potrebbe tranquillamente usare un martello pneumatico come cotton fioc.
– E’ leggermente gobbo: la posizione arcuata della schiena favorisce la visione del buco in cui si lavora che è sempre più in basso di lui
– E’ bilanciato: le mani dietro la schiena servono a contrastare la naturale curvatura in avanti. Se lo spingete dondola, ma non cade. La regolazione di fino dell’equilibrio viene effettuata spostando gli occhiali più o meno vicino alla punta del naso.
– E’ onnisciente: che si stiano riparando le fognature o che si stia costruendo l’impianto di raffreddamento a superconduttori per una centrale termonucleare, lui può dire la sua. Egli infatti possiede nozioni di idraulica, fisica dei materiali, geologia, fisica nucleare, arredo urbano e cardiochirurgia.
– E’ social: con il cellulare wifi, mascherato da rivista arrotolata e tenuta in mano, fornisce via Twitter e Facebook agli altri pensionati le coordinate precise del cantiere perché possano raggiungerlo in fretta.
– Non ha coscienza di sè: parla degli altri pensionati che guardano i lavori come non fosse uno di loro.
– E’ puntuale. Come si è materializzato, alle 12.29 si smaterializza e ricompare seduto a tavola per il pranzo alle 12.30 precise
– E’ un leader: lui non è lì a guardare, commentare o criticare i lavori. Lui, i lavori, li dirige
– Non esiste in versione femminile. Altrimenti chi lo prepara il pranzo al pensionato mentre lui dirige i lavori?
– Parla per slogan: ogni sua frase comincia con le parole “Ai miei tempi” o “quando ero giovane” e si conclude con “….non come oggi”. In mezzo una sassaiola di concetti a caso: si stava meglio, si mangiava meglio, si lavorava meglio, si viveva meglio, si rideva meglio, si beveva meglio. Come avesse vissuto nel XVII secolo presso la corte del Re Sole.
Ma soprattutto è invidiabile. Perché ho il triste sospetto che noi quarantenni di oggi a 80 anni saremo sì presenti nei cantieri, ma staremo ancora guidando la ruspa.
Alex