La fede secondo Jim

Pieni anni ’80. Ho 9 anni ed è il giorno della mia prima comunione. Sono  stato battezzato a mia insaputa e non mi hanno spiegato che la comunione è un optional. Quindi eccomi al fatidico giorno. Poteva andarmi peggio: fossi un bimbo di qualche tribù africana magari come cerimonia di iniziazione dovrei stare nella giungla 7 giorni e 7 notti, cercando di catturare un leone.  Per me è più semplice,  mi basta sopravvivere a questa giornata.

E cosa c’è di difficile?

Giacchettina di velluto modello Bertinotti, pantaloni corti (sopra il ginocchio) anch’essi di velluto, calze di cotone traforato (di quelle che per togliere i segni dovevi usare una smerigliatrice), papillon con elastico ma soprattutto scarpette di vernice con laccetto. Le abbiamo  io e Dorotea del Mago di Oz. Le sue sono rosse ma le mie, quando cammino, fanno

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dandomi  l’idea di richiamare l’attenzione di tutti. Mi sento un incrocio tra un tirolese e un amish e ho le scarpe di Fred Astaire quando ballava il tip-tap.

Ecco cosa c’è di difficile.

Stiamo percorrendo la navata centrale della chiesa in fila indiana e abbiamo tutti un cero acceso in mano. I maschietti vestiti più o meno come me. Le femminucce, agghindate da piccole spose, sembrano tante piccole meringhe bianche in fila. Insomma non sono sicuramente la cosa più eclatante da guardare ma

tichete tachete tichete tachete

tutto il mondo guarda me

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Vorrei sparire

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Mi lancio in uno dei rarissimi atti di fede della mia vita:

– Gesù ti prego aiutami.

Non penso realmente di essere ascoltato. E sbaglio. Non solo Gesù mi ascolta…ma lo fa in modo a dir poco eclatante. Matteo, Il bambino che mi precede, si distrae e accelera il passo finendo per urtare Katia davanti a sé. Katia ha lunghi capelli biondi vaporosi e Matteo un cero acceso in mano.

L’effetto è pirotecnico. I capelli di Katia fanno un’unica, grande, stupenda vampata. Katia urla, Matteo urla, tutti urlano.

– Signore…s’è appicciata la bambina!!!

Eeeee si. Perchè siamo a Torino ma pur sempre a Mirafiori Sud.

Alcuni adulti si lanciano in fretta e furia verso la bambina cercando si spegnere le fiamme. E’ bellissimo. Sembra di essere a pogare sotto il palco a un concerto dei Doors. Li avrei scoperti anni dopo, ma le note di “Light my fire” già mi risuonano in testa. E non nego che dietro le fiamme, sopra l’altare, mi par di intravedere Jim Morrison.

Le fiamme vengono domate e Katia ne esce illesa. Lei, la sua acconciatura meno: ora ha la frangetta sia davanti che dietro e i capelli più che biondi sono un po’ fumé . Il tutto ricorda vagamente l’aspetto di un nido. Io sono felice perché ora ho la matematica certezza che nessuno più sta guardando me. Potrei veramente ballare il tip-tap senza riuscire a sottrarre la scena ai capelli fumanti di Katia.

Lì si concludono i miei ricordi della cerimonia. Cosa ne è stato dei protagonisti della vicenda?

Beh Katia si fece tagliare i capelli a spazzola. Oggi fa l’avvocato, i capelli li porta ancora cortissimi e ha sposato un pompiere.

Matteo si guadagnò il rispetto di tutti i compagni di scuola come involontaria causa della meravigliosa vicenda. Non so se per senso di colpa o per vocazione ha preso i voti e ora fa il prete.

Anche in me, dopo quella vicenda, è nato un particolare legame con la fede: vado in chiesa ogni volta che sento il bisogno di pensare a Jim Morrison.

E a Gesù, forse, dovrei chiedere aiuto più spesso.

Alex

jim2

Ecco la visione del piccolo Alex

  1. Just me

    Ahah oh mio dio! A confronto il mio smarrimento nell’ostia nella manica della tunica è stato un giochetto da infanti.

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