La violenza sottile

Quando Meli stamattina mi ha girato questo post dicendo “voglio pubblicarlo oggi. E’ doveroso” l’ho letto e ho pensato che il tono non fosse il suo solito. Poca ironia, poca gioia, poco di tutto. E soprattutto decisamente esagerato in alcune “trovate”, che oltretutto non facevano manco ridere. Infine mi era sembrata troppo perentoria lei con l’uso di parole come “voglio” e “doveroso”. Ma poi l’ho sentita e ho capito. Non ci sono trovate. Non ci sono invenzioni. C’è solo, se si è uomini come me, da leggere e pensare. Possibilmente stando zitti.

(Alex)

Il mio vicino  folle del piano di sotto colpisce ancora .

Dopo essersi lamentato delle mie attività notturne (paragonabili a suo dire a quelle di Cicciolina dei vecchi tempi e che lederebbero le orecchie implumi del suo figliolo di 10 anni) ed essersi  lamentato pure  della vibrazione del mio telefonino appoggiato sul tavolo della  cucina (e questo vi fa intuire quale sia il  suo equilibrio mentale), ora lamenta il fatto che ci sarebbe uno sgocciolio proveniente dal mio bagno, tipo rubinetto che perde,  e che tal rumore  arriverebbe fin giù al piano di sotto, nella sua camera, a disturbargli il sonno. Vi rendete conto? Sfido chiunque, canidi compresi, ad udire uno sgocciolio in un’altra casa, in una stanza non direttamente collegata; non ho nessun rubinetto che perde, ovviamente…Tuttavia  sono io la colpevole. Punto.
Comunque sia, non  è il supposto stillicidio il vero problema: ciò che è veramente agghiacciante,  lesivo della mia dignità e privacy, è che il gentile vicino nel suo messaggio in FB (mandatomi nonostante il fatto che mai siamo stati  “amici” né mai ci siamo  scambiati alcuna confidenza) si spinge più in là, proponendomi un patto di non belligeranza. Scrive: ” Se mi togli il ticchettio dal soffitto, ti propongo due giorni alla settimana di passione sfrenata con chi vuoi tu, senza proferire parola  né lamentarmi per i tuoi gemiti “.
Come? Come  si permette questo signore, che a mala pena conosco, di interessarsi, interferire, intromettersi ancora  nel lato più privato della mia vita privata anche solo con grossolane battute? Già l’avermi paragonata ad una pornodiva mi sembrava abbastanza. A lui devo chiedere il “permesso”? Questo significa che qualsiasi cosa io faccia, lui sta sempre li, ad ascoltare. Poveraccio e frustrato.
Sono convinta che se io fossi un uomo, anziché una donna single, non oserebbe  simili libertà, siffatte intrusioni. E questo mi fa ancora più incazzare.

E’ difficile vivere da donne. Sole ancora di più. Noi dobbiamo combattere di più, difenderci di più. Non avere una, ma due porte e quattro serrature a proteggerci. Nemmeno nell’intimo della nostra casa possiamo rimanere tranquille? Abbiamo tutte delle scarpe rosse.

Nel 2013, nella più ottusa delle menti, una donna che sceglie (o si trova) a vivere sola, non può che suscitare diffidenza, ed essere vittima di attacchi in quanto considerata vulnerabile. Sei sola? Trombi senza essere sposata?  Ogni tanto cambi fidanzato? Sei una puttana!!! E per questo io, uomo, padre di famiglia regolarmente sposato, mi posso permettere di fare battute e insinuazioni  sulla tua  vita privata.
C’è un sentore  di depravazione in ciò. E confesso di averne timore. Uomini compressi, depressi, violenti in ribellione alla loro pochezza, bigotti, benpensanti, estremisti, contro l’aborto, contro i gay, contro gli immigrati, che vanno al family day e poi urlano  (e non solo) contro la moglie e i figli da mattina a sera. E si masturbano davanti ai porno.

Ci scommetto.

Meli

scarpe

  1. graziaballe

    Quanto hai ragione!
    Chi non si è trovata nelle stesse condizioni almeno una volta?
    E sai una cosa? Ho notato un netto peggioramento negli ultimi anni. Ovunque, per strada e sul lavoro. Uomini che hanno una considerazione sempre più “iccia” (come si dice dalle mie parti) della donna.
    Sarà che 20 anni di rimbecillimento e di proposta della donna in tv come oggettino che manco negli anni 70 ha fatto il suo corso? L’idea che la donna serva solo ad incrementare il senso di libinose voglie rimaste però più spesso frustrate perchè a casa ci devi avere la santa ed è fuori che devi sfogare i tuoi istinti del cazzo? o che serva solo a lavare e stirare e crescere i pargoli? e se fa carriera è solo perchè è gnocca e la dà via? Sarà?
    Giorni fa mi sono sentita dire “tanto di cappello, parla proprio con la competenza di un uomo” gli ho risposto ancora fin troppo garbatamente “lei invece dovrebbe parlare di più con il cervello di una donna”. Ma non credo l’abbia capita.

    • zonerrogene

      Mi hai tolto le parole di bocca. Nella azienda dove lavoro una donna che fa carriera, secondo il basso sentire comune di piccoli uomini, e anche , ahimè, di donnucce, deve il suo successo a:
      1) le sue tette e la sua disponibilità sessuale
      oppure
      2) alla sua totale mancanza di avvenenza, unita al carattere mascolino e autoritario, che la hanno resa frigida e insensibile; una donna automa,autoritaria, ma pur sempre donna, che “sfoga la sua mancanza di caxxo” ( proprio così viene detto) torturando i sottoposti e trasformandosi in strega.
      Quante volte ho dovuto ascoltare schifezze tipo ” quella avrebbe bisogno di un po’ di caxxo, e così si calmerebbe”. E quando ho provato a ribellarmi a quest’ottica, cercando di ridare dignità alla malcapitata di turno, mi è stato detto che avevo bisogno di caxxo anche io, ovviamente…
      Il risultato è che non parlo piu’ con parecchie persone, e parecchie mi evitano. Meglio!

      Il successo di una donna viene troppo frequentemente ricondotto al sesso, in un modo o nell’altro. Non alle capacità, allo studio, alla costanza. Sovente crea stupore, come è accaduto a te.
      Il sesso è un giogo col quale la donna viene imbrigliata e appiattita in una mercificazione banale e svilente, spesso dalle donne stesse. Poche cose mi fanno più arrabbiare di una donna che per insultarne un’altra, le da della put…na , anche quando il motivo del diverbio è assolutamente distante da questioni sessuali.

      Sono nauseata.

      Meli

      • graziaballe

        E che dire dell’avversione per la maternità (altrui)?
        Io mi sono ritrovata in ufficio alle 21.15 a parlare con dei dirigenti della loro dolce metà che non poteva mica lavorare perchè ci sono i bambini da seguire… al massimo si poteva prevedere un part-time…e tu a dire “si anche io a casa avrei un bambino di 4 anni, forse lo troverò già che dorme e quindi oggi non lo avrò nemmeno visto…potremmo finire le cose di lavoro anzichè paralare del vostro caxxo di menage famigliare?” e trovarti di fronte ad una faccia da tonno, sorpresa che tu non penda dalle sue labbra e dalla curiosità di sapere cosa fa a casa…insomma, per la moglie ponti d’oro e per te la totale indifferenza!!.

        • zonerrogene

          eeeehhhh, per “faccia di tonno” tu non sei madre, non hai valore in quanto tale. Se una collega , una lavoratrice. Una fonte di reddito. Magari tuo figlio è pure d’impiccio. Una volta sentii una collega ( senza figli ) dire: ” le donne che lavorano non dovrebbero fare figli “….

  2. Josè Bernò

    Come ti capisco, cara Meli.
    Anche io vivo nella tua stessa condizione di donna single, anche io condivido le tue paure, le tue domande. Ma da quando ho imparato a fregarmene del giudizio altri, da quando non permetto più a nessuno di ferirmi, vivo meglio. Il problema è loro, mica nostro. E Purtroppo un Olindo e una Rosa li trovi in tutti i condomini.

  3. Nicola Losito

    Io sono un vecchietto tranquillo ma a tormentarmi era la signora del piano di sotto un po’ nevrotica. Facevo ginnastica e passeggiavo per le stanze di casa con calze gommate, eppure lei diceva che il soffitto tremava e che dovevo piantarla di disturbare la quiete pubblica. A parte invertite, in ogni condominio che si rispetti c’è sempre qualcuno che rompe i cosiddetti.
    Ti sono vicino e capisco il tuo problema.
    Nicola

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